Aiutarsi con l’Auto Mutuo Aiuto. Noi, genitori di figli adolescenti

di Valeria Magri, counsellor e formatrice Kaloi

Il cerchio dell’auto mutuo aiuto prende avvio dalla sensazione di un fuoco che attanaglia tutti, per arrivare a gestire il fuoco e riscaldarsi con esso.   A. Devoto

famiglia in crisi

E’ un pomeriggio di ottobre, la scuola è iniziata da poco e i genitori del nostro gruppo di auto mutuo aiuto sono molto preoccupati. Si tratta di un gruppo di genitori di figli adolescenti che si trovano, a cadenza quindicinale, per parlare di problemi inerenti la relazione con i figli, per scambiarsi le esperienze e trarre un po’ di sollievo nella condivisione. Il gruppo si chiama “Adolescenza Insieme”. Ha avuto inizio un anno fa con il supporto di un esperto che si è progressivamente spostato sullo sfondo, lasciando il timone ai partecipanti. Perché, in realtà, da noi a Bologna, la concezione di gruppo di auto mutuo aiuto è che sia  formato da pari, senza un conduttore-esperto ma semplicemente con la presenza di un facilitatore che abbia una funzione organizzativa e di facilitazione della comunicazione.

images (2)In questo contesto tutti sono coinvolti, chiunque ha qualcosa da dire, di importante e significativo. Si parla di vita, di eventi, di esperienze, di vissuti, di disagi. E la cosa è facilitata dal clima relazionale che si cerca di rendere il più possibile accogliente e non giudicante. All’inizio può succedere che qualcuno abbia talmente voglia e bisogno di raccontarsi, che il gruppo stesso, cogliendo questa urgenza, gli offra quello spazio sufficientemente ampio che gli consente di esprimere il suo vissuto magari difficile e intenso, senza dimenticare però che, nella filosofia del mutuo aiuto, ognuno deve avere il proprio ambito di espressione. Occorre darsi quindi delle regole: prima di tutto, oltre che esprimersi, occorre saper ascoltare gli altri e poi parlare uno alla volta. Sembra facile, ma quando il bisogno di esprimersi di chi ti è seduto accanto è così forte ed anche tu vorresti intervenire e dire … dire … dire … ecco la difficoltà, e allora subentra il facilitatore il cui ruolo è quello di favorire una comunicazione tra i partecipanti possibilmente fluida e circolare, nel rispetto degli spazi di ognuno.

rapporto-genitori-figliI problemi che emergono da questi gruppi sono: “Sta sempre al cellulare … mi sfida … parla sempre di libertà … di autonomia … ma dove vuole andare? E io lo posso lasciar andare ma quanto? Non rispetta gli orari di ritorno a casa”. E poi “… gli amici … che sono diventati tutto … e per stare con gli amici non fanno i compiti. Mi risponde male. Ma dov’ è andato quel bambino così affettuoso … ora neanche mi guarda, se gli do un bacio, si ritrae. Vorrei che fosse come quando era piccolo, un cucciolo d’uomo meraviglioso. E con questi social network, come faccio a controllarlo? ”

I genitori dicono: “Ecco … parlandone noi genitori, cerchiamo di capire i nostri figli. Spesso è proprio confrontandomi con le mie compagne del gruppo di auto mutuo aiuto che mi sento meno sola, che comprendo che i miei problemi sono anche quelli degli altri, che si può stare un po’ meglio, se siamo insieme. E’ una modalità di chiedere aiuto … perché a volte sono proprio alla frutta nel senso che non so come fare. Mi piace farmi aiutare da un esperto, mi è utile e mi aiuta a capire meglio me stessa e mio figlio, ma poi desidero poterlo condividere con gli altri genitori.”

Dal gruppo di auto mutuo aiuto emerge l’importanza di narrarsi e di non avere paura ad esprimersi. Ci si accorge, proprio attraverso il gruppo, della complessità dell’atto educativo e della necessità di costruire orientamenti educativi efficaci, insieme a chiavi di lettura dei comportamenti dei figli adolescenti. Ci si rende conto che semplificare non serve a nulla, ma che occorre guardare i problemi da una prospettiva molto ampia. Perché, anche se è vero che i problemi possono essere gli stessi, come si manifestano, come vengono affrontati, con quali modalità, induce ad una notevole  pluralità di risposte che possono essere efficaci oppure no. Ed ecco la complessità che ci stimola ad uno sguardo a 360°. Perché diverse sono le persone, anche se apparentemente uguali, diversa la loro storia, diverse le mille sfumature esperienziali. Ogni storia è nuova ed è una risorsa per tutto il gruppo che attraverso un buon ascolto empatico può comprendere molte cose, utili a tutti.

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