Libro “Genitori in regola”

Come ci si comporta quando la nascita di un secondo figlio porta necessariamente una serie di mutamenti nell’ordine familiare? Qual è l’atteggiamento giusto di fronte a una figlia che decida di coltivare una piantina di marijuana in casa? E se una ragazza sceglie di sottrarsi a una vacanza “forzata” con sua madre per ritornare a casa in anticipo?

 Genitori in regola, pubblicato dalle Edizioni La Meridiana (collana Partenze) analizza “regole, disciplina e responsabilità” partendo da casi concreti, in modo da offrire ai genitori la possibilità di organizzare il proprio pensiero e fare scelte intenzionali in merito.

 “Sfoglia il libro”

Roberto Gilardi – già docente a.c. presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Trieste, fondatore di Kaloi, direttore della formazione IMR (Italian Medical Research), per molti anni formatore e trainer di Formatori sul modello di Thomas Gordon (quello di “Genitori Efficaci”) – parte dall’ipotesi che oggi il potere della relazione non sia più nelle mani dei genitori (o non sempre), ma in quelle dei figli che “in molti casi sembrano decidere il quando, il come e il cosa”.

“Questo libro – spiega Gilardi – a partire dall’esperienza di questi ultimi vent’anni come trainer e formatore, nei quali mi sono costantemente confrontato con una realtà sociale in cambiamento, cerca di tenere conto dei mutamenti che inevitabilmente sono accaduti, occupandosi del rapporto con regole, norme e disciplina, che in un modello adulto che mostra evidenti segni di difficoltà e disorientamento, è un nodo da affrontare per educare adulti responsabili. E’ ormai sotto gli occhi di tutti come questo aspetto sia diventato un problema sociale rilevante, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli: dalla famiglia alla scuola, all’ambito organizzativo e sociale allargato, sino a raggiungere le istituzioni fondanti del nostro tessuto sociale. E sarebbe forse troppo semplicistico ridurre il tutto al fatto che basta ascoltare i figli, come alcuni libri sembrano voler intendere. L’ascolto è una delle competenze comunicative e relazionali importanti che un genitore può mettere in atto nel rapporto con i propri figli, ma non è l’unica e forse neppure la più rilevante in questo territorio di regole e disciplina”.

Dopo aver elaborato uno schema di riferimento attraverso il quale riconoscere le varie tipologie di regole e il loro funzionamento, l’autore  presenta alcune figure che, di volta in volta e secondo le finalità di un genitore, possono facilitare il compito educativo.

In particolare, per le regole definite di “Prescrizione” (quelle indiscutibili), vengono delineati tre stili relazionali che i genitori possono incarnare nel rapporto con i figli: il Predicatore, l’Insegnante e il Maieuta.

Il Predicatore (che “invita” a non rubare, ma anche, più semplicemente, a indossare la maglia di lana), sa già cosa è giusto e sbagliato, perché la regola è nata prima di lui, è già patrimonio della storia familiare, di una società, di una religione. Il genitore-predicatore parte dal presupposto di possedere una “verità” e ne ricerca l’adesione (disciplina) da parte del figlio.

E’ “In-segnante”, invece, il genitore che cerca di porre nel figlio i propri segni, i significati della propria vita, di testimoniare, insomma. Che per raggiungere la stessa finalità del Predicatore non ammonisce né fa la morale, ma usa il racconto, la narrazione, e il proprio essere “modello intenzionale”.

Il Maieuta ha il compito più arduo: facilitare la costruzione di una regola a partire dalle esperienze che un figlio incontra nella sua vita. In questo modo, attraverso alcune competenze come l’ascolto, cerca di “favorire un parto” che riguarda la possibile nascita di una regola, di una norma, di un valore; non chiede al figlio una semplice adesione alle proprie parole, ma un processo di costruzione.

Passando all’area definita di “Discrezione” (quella delle regole costruite tramite accordi), si aggiunge una quarta figura, quella del “Mediatore”, con finalità molto differenti: il Mediatore ha il compito di costruire le regole, in modo partecipato, ricercando il maggior grado possibile di accordo e mediazione.

Quello presentato da Roberto Gilardi è un vero e proprio “metodo”, in base al quale un genitore può orientare le proprie scelte, in particolare verso la ricerca di obbedienza o di responsabilità da parte del figlio. Un percorso complesso, quello del libro, che nasce dalla voglia di accompagnare e supportare il genitore in un compito che si fa ogni giorno più difficile: in una famiglia “affettiva” e non più “normativa”, come è quella di oggi, emerge il bisogno di stabilire come nascono e si condividono le regole. E come si gestiscono le inevitabili trasgressioni: nel testo viene suggerito cosa e come si può concretamente fare per applicare sanzioni educative e non ricorrere sempre e soltanto a castighi e punizioni. Non per buonismo, ma per essere più efficaci… e più “in regola”

Translate »