Approfondimento Ho un Sogno per Mio Figlio

Qui potete trovare nel dettaglio gli argomenti dell’intero percorso Ho un sogno per mio figlio.

Ricordiamo che si possono svolgere anche solo alcuni moduli tematici, in base, alle possibilità ed esigenze delle persone interessate alla formazione.

 

  1. Introduzione al corso

  • Costruzione del “Sogno per mio figlio”
  • Definizione di priorità e Obiettivi
  • Presentazione dell’intero percorso
  • Confronto di priorità Scuola – Famiglia

A partire dalle carte che ogni persona sceglierà come parte del “sogno per il proprio figlio” tra le cento assegnate, verranno percorsi i sette passi, per sperimentare come ognuno di essi possa contribuire alla sua realizzazione.

Ogni carta coinvolge infatti una o più delle sette funzioni educative presenti nelle attività di formazione, e ad ogni funzione educativa sono collegate competenze da mettere in pratica o sulle quali confrontare le proprie scelte con le altre persone del gruppo.

Gli argomenti degli incontri successivi saranno passi nella direzione “giusta” perché il sogno che ciascuno ha per suo figlio si realizzi, e non si disperda a causa della propria inerzia, delle cattive abitudini o di consigli a buon mercato

 

  1. Riconoscimento, cura, attenzione

  • Codice Materno e Codice Paterno
  • La funzione del riconoscimento
  • Le forme del riconoscimento
  • Riconoscimento e Autostima Generale
  • Funzione e forme di cura e attenzione
  • Il sogno per ogni età

Dare il proprio cognome a un figlio significa attuare il primo gesto di riconoscimento, non solo formale ma profondamente simbolico:  è un gesto di attribuzione di valore.

Il Riconoscimento è una “benzina” che nutre il nostro sé. Tutti ne abbiamo bisogno, anche i bambini. Lo scopo di questo modulo è quello di riflettere su quali siano le forme di riconoscimento “sane”, e quali quelle di possibile deriva disfunzionale.

Come sottolineano i sociologi, la famiglia ha vissuto un passaggio epocale. Da “normativa”, centrata sulle regole, la disciplina e l’attenzione al sociale, è diventata oggi “affettiva”, centrata sulle emozioni, l’ascolto, l’attenzione ai bisogni individuali del bambino. Il rischio dello “sbilanciamento” c’è.

 

  1. Interesse, stimolo, curiosità, gioco

  • L’influenza dell’ambiente
  • Strumenti e attività di stimolo e interesse
  • Storia della nascita di un interesse
  • I fattori della motivazione
  • Dal gioco allo studio
  • Divertimento e Apprendimento

La seconda funzione educativa con la quale confrontarsi è quella riguardante la possibilità di attivare esperienze che siano di stimolo, che sviluppino l’interesse e la curiosità dei figli, che alimentino la dimensione ludica anche nella relazione educativa.

I bambini senza o con scarsi stimoli hanno ricadute negative in molti ambiti, a cominciare dalla scuola, e non solo in termini di rendimento. Dal lato opposto, troviamo anche casi di “iperstimolazione”, di mancanza del diritto all’ozio, al tempo libero, alla noia, all’organizzazione autonoma di scelte e attività.

In questo modulo verranno forniti esempi concreti di come rendere stimolanti anche attività tediose, come lo studio o i lavoretti di casa, di come stimolare e motivare un figlio apatico, di quali attività ludiche o sportive sia opportuno offrire ai figli in base alla fascia di età.

 

  1. Sostegno, incoraggiamento, svezzamento

  • Le motivazioni al deficit
  • Il sostegno come storia personale
  • Empatia con riserva
  • La funzione educativa
  • Genitori e Docenti “coach”
  • Utilità e distacco nello svezzamento

Le teorie sullo svezzamento si sprecano! Allattare sì, allattare no, sino a quando, per poi passare alle pappe a ai cibi solidi. Ma lo svezzamento non riguarda solo l’alimentazione, è anche una questione psico-sociale: ogni passaggio di autonomia dei figli avviene grazie alla capacità dei genitori di incoraggiare questa forma sana di distacco. La metafora del “saper camminare con le proprie gambe” è calzante più che mai!

Molti sono i momenti nei quali il sostegno e l’incoraggiamento di un genitore sono e diventano utili per rendere solida la personalità dei figli. Ma le tre parole non possono essere disgiunte: non può esserci sostegno e incoraggiamento senza il pensiero allo svezzamento. Ovvero al voler promuovere, intenzionalmente, un’autonomia nei figli. Altrimenti, il rischio maggiore è la dipendenza e la conseguente scarsa autostima.

 

  1. Conoscenze, competenze, territori

  • Questione di eredità
  • Le “Life Skills” (abilità di vita)
  • Territori da scoprire
  • Sviluppare abilità e competenze
  • Life Skills a Casa e a Scuola
  • Costruire una vita piena

Questo modulo tratta del trasferimento delle “Life Skills”, le competenze di vita, che anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha codificato come elemento necessario a una vita piena e in salute.

“Se vuoi far crescere tuo figlio con un’alta autostima, insegnagli a fare una torta o ad aggiustare un rubinetto. Se lo fai, nel momento in cui trasmetti competenze, favorisci la sua autostima specifica, quella vincolata ad un compito. E se questo avviene in una relazione, cioè se la torta la fate insieme, favorirai l’instaurarsi di una buona autostima generale, quella che ci fa guardare al mondo con gli occhi della fiducia o della sfiducia, quella che ci fa sentire bene con noi stessi”.

Ogni volta che un bambino raggiunge una competenza e quindi autonomia, ha sempre meno “bisogno”, e il genitore diventa ogni giorno un po’ più inutile. Sembra un paradosso, ma questo dovrebbe essere l’obiettivo prioritario di ogni genitore.

 

  1. Aiuto, supporto, consiglio

  • Il motivo dell’aiuto
  • La decodifica delle attese
  • La scelta dell’intervento
  • Ascoltare per cosa
  • Le forme del supporto
  • Faq, Tutorial, Google

È inevitabile, prima o poi nella vita i figli vivono momenti di difficoltà. In questi momenti un genitore può aiutarli, se ha una buona capacità di ascolto. Ma non solo. L’ascolto è una forma di comunicazione che fa sentire l’altro compreso, capito, spesso aiutato. Quanto siamo capaci di farlo? Senza cadere nei due estremi: la versione “genitore 118”, pronto a soccorrere il figlio al minimo malanno, fisico o emotivo che sia; la versione “ma sì, passerà”, per poi scoprire, a volte troppo tardi, quanto il figlio stesse vivendo una situazione di disagio che non ha trovato spazi di ascolto in nessuno.

In questo modulo si esplora la capacità personale di ognuno di saper supportare e consigliare un figlio in difficoltà, con diversi stili che entrano in azione secondo necessità differenti: genitore Faq (acronimo di Frequently Asked Question), con le risposte sempre pronte e preconfezionate; genitore Tutorial, con funzione di guida e apprendimento; genitore Google, che come un motore di ricerca si attiva per valutare le soluzioni possibili ed eventuali aiuti esterni.

 

  1. Valori, orientamento, scelte

  • La costruzione della nostra “mappa”
  • Valori: cosa sono e quali sono
  • Identificazione o esplorazione
  • La forza del’esperienza (la pratica seduttiva)
  • La forza dell’esempio (il modello intenzionale)
  • La forza della parola (l’adulto carismatico)

I valori sono spesso il cruccio di tanti genitori, che si ritrovano a dire: “fatichiamo tanto per passare i nostri valori ai figli, ma loro sembrano fare tutto all’opposto!”. La difficoltà è legata alla variabile tempo.  Si fa in fretta ad insegnare ad un figlio a vestirsi da solo o ad andare in bicicletta. I risultati si vedono a breve, la soddisfazione è immediata. Trasmettere un valore richiede un investimento di tempo ed energie che forse vedremo ripagato dopo 10, 15 anni… a volte di più!

Il tema dei valori coinvolge la nostra capacità di genitori di trasferire, da una parte, i valori forti in cui crediamo e dall’altra di permettere al figlio di esplorare mondi sconosciuti e nuovi da cui attingere ispirazione e maturare scelte. In entrambi i casi, siamo più efficaci se abbiamo una buona dose di carisma, e se sappiamo usare le tre “forze” che rendono un adulto un buon modello da seguire.

 

  1. Limiti, regole, conflitti

  • Motivazione e funzione del limite
  • Novità: il limite come stimolo
  • Limiti “fai da te” e limiti “fai da loro”
  • Limiti e trasgressioni
  • Limiti e Regole
  • Limiti e Conflitti

In questo modulo si affronta il tema del no introiettato, di come gestire un conflitto con un figlio seguendo quattro direzioni, che come quattro punti cardinali possono orientare l’agire di un genitore in fatto di regole e disciplina.

“I miei non mi capiscono!”: una delle frasi più gettonate in adolescenza. Ma l’educazione non è sempre e solo questione di comprensione e ascolto, la quarta funzione educativa non è un evergreen per ogni stagione. Ultima, ma non per importanza, arriva la funzione educativa che richiama alla necessità di porre regole, chiederne il rispetto, agire per dare contenimento e limiti ai figli. In base alle età e alle esigenze.

I figli, come le piantine in vaso, hanno infatti bisogno di “sufficiente spazio per crescere, sufficiente contenimento per non morire”. Poi verrà il tempo della “terra piena”, della completa autonomia e libertà. Ma è un obiettivo da costruire nel tempo, a patto di averne l’intenzione.

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