Sexting, sesso e social media

di Paola Breseghello, counsellor, cultrice di scrittura autobiografica LUA, formatrice Kaloi

Sexting

Sono in aula, ho di fronte una ventina di ragazze e ragazzi di terza media.

E’ il secondo incontro del progetto Sicur@mente.  Faccio partire il  video, consapevole che la discussione si farà calda. Hot.

Si parla di sexting (sex-texting), lo scambio di messaggi e immagini sessualmente esplicite.

Un adolescente su tre li ha inviati, uno su due ne ha ricevuti. Il primo invio tra gli 11 e i 14 anni. Il 34% delle foto ricevute viene condivisa con altri, senza il consenso dell’interessato.
E’ il risultato di due indagini condotte da CREMIT e Pepita su un totale di 1800 ragazzi tra gli 11 e i 18 anni.

La scoperta dell’affettività, del proprio corpo e della sessualità è un passaggio naturale, determinante e bello della crescita. E’ importante poterne parlare in modo diretto, semplice, pulito, non colpevolizzante.

alberto-pellai

Alberto Pellai, psicoterapeuta e padre di quattro figli, nel libro Tutto troppo presto, l’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet fornisce un decalogo per l’educazione sessuale 2.0. Il primo punto è “non tirarsi indietro”. Sostiene che questa è la prima generazione di genitori e di educatori che non può permettersi di non parlare di sesso. (www.tuttotroppopresto.it)

Così, nella mia aula, il video scorre. https://www.youtube.com/watch?v=DwKgg35YbC4
Megan invia una foto intima ad un compagno di classe. Rientra in aula con sguardo timido e innamorato, guarda l’amato con un sorriso pulito. Presto si rende conto che la sua immagine sta girando tra i cellulari dei compagni e delle compagne di classe. I maschi le lanciano occhiate ammiccanti, biglietti provocanti, frasi di lascivi complimenti. Le femmine la guardano indignate, bisbigliano tra loro, serpeggia il disprezzo. Infine squilla il cellulare del professore, che riceve anche lui la foto. Megan è sempre più imbarazzata, umiliata, ferita. Fugge dalla classe.

Le risatine tra i miei alunni sono numerose, qualche gomitata tra vicini, sguardi abbassati di teste chine. Interrompo il video più volte per chiedere ai ragazzi: cosa ha fatto Megan? E’ illegale? Cosa ha fatto il ragazzo? E’ legale? Cosa avrebbe potuto fare?  E i compagni di scuola cosa hanno fatto? E’ legale? Cosa avrebbero potuto fare? E le amiche?

Si apre la questione: la differenza tra giudizio morale e legalità. E’ una differenza importante. Sono diverse responsabilità. Megan può essere stata imprudente nei confronti di se stessa, può avere “sbagliato” in base a scelte di valori.  Ma non ha fatto nulla di illegale. Ha fatto male solo a se stessa. Il suo innamorato, invece, ha compiuto un
reato grave. Oltre a “sbagliare” su scelte di valori (confidenzialità, lealtà, rispetto, intimità). Così i compagni che hanno ulteriormente divulgato l’immagine, senza fermare l’orrore.

Il giudizio dei ragazzi ondeggia, si muove. Molti partono da un rigidissimo “Se l’è cercata! E’ una t…”, nessuno cyberbullismoappoggia Megan.  Faticano a distinguere tra moralità e violenza. Peggio: un giudizio di immoralità giustifica la violenza. Assolvono chi “non ha fatto nulla ma ha solo ricevuto”. Riflettiamo su una diversa possibilità, la possibilità d’errore. Sulle differenze di genere. Sulle parole giusto-sbagliato. Non tengo la parola con grandi discorsi, li sollecito con alcune domande. “Quindi voi pensate che, se una ragazza ha una minigonna, se l’è cercata? Che, se l’è cercata, merita violenza?” oppure “Tu hai una sorella?”. Sono loro a fare il percorso. I ragazzi vacillano, si spostano, qualcuno dice “ha ragione, è vero!”.

Brevi articoli di legge citati nelle slide li aiutano ad orientarsi, a scegliere da che parte stare. Ci fermiamo su questa necessità: posizionarsi in modo riflessivo, non superficiale, è un atto di crescita fondamentale. Sulle slide appare anche Voltaire: non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee. Che cosa ci può significare?

ragazzineNormalizzo la curiosità adolescenziale, l’errare e l’errore. Aggiungo “prima non sapevate; ora sapete. Ora potete evitare di farvi e fare del male…”. Accenno alla banalità del male, che è l’azione senza riflessione. Non è mio compito definire cosa sia “morale” in ambito sessuale. Mi soffermo su valori come intimità, dignità, privato, pubblico, sociale. Sul non anticipare, sul darsi tempo per crescere.

Allora, cosa si potrebbe fare? Lascio proporre loro idee, scopriamo insieme come auto-tutelarsi nella protezione dell’ immagine, del privato, dell’intimità, della reputazione.  Informo sui limiti legali (e di buon rispetto umano) nell’uso delle immagini altrui. I ragazzi sono attenti alle informazioni, vogliono sapere come fare bene.  Alcuni sono sinceramente stupefatti e dispiaciuti nello scoprire d’avere già compiuto azioni illegali. Qualcuno esclama “cavolo, non sapevo!”.
In quel clima di dialogo aperto e fluido, emerge che in quella scuola è avvenuto un episodio uguale. Girava  un video di cellulare in cellulare. La ragazzina protagonista s’è ritirata da scuola per la vergogna. Mi si stringe il cuore. Riconsiderano il giudizio su di lei e la loro stessa posizione.

Si arriva a parlare di chi sa, assiste e non fa niente. Niente per fermare, niente per avvisare, niente per sostenere.  Una ragazzo si sente nel giusto, dichiara con orgoglio “Io l’ho ricevuto ma l’ho cancellato, non l’ho fatto girare!”.  Gli dico “ottimo, bravo” poi lancio a tutti una domanda impertinente “vi sembra sufficiente?” .  Cammina, parla, discuti presento loro le tre scimmiette “non vedo, non sento, non parlo”: le conoscevano bene!  Sbilancio anche quell’ultima comoda certezza (un presunto simbolo di lealtà amicale) e concludo l’incontro con tre opposte, responsabili, scimmiette: io vedo, io sento, io parlo.
I ragazzi applaudono, alcuni si avvicinano prima di uscire, sussurrano “grazie”.

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Sitografia:

http://www.cremit.it/public/2014/Report%20Iniziale%20sintesi%20partner.pdf

http://www.pepita.it/news/sexting-e-adolescenti-la-campagna-di-prevenzione-di-pepita

http://www.pepita.it/in-evidenza/online-il-manuale-contro-il-bullismo-sessuale

http://www.corriere.it/scuola/medie/14_ottobre_17/ragazzo-due-vittima-sexting-fc0debda-55fd-11e4-8d72-a992ad018e37.shtml

http://www.azzurro.it/it/informazioni-e-consigli/consigli/sexting/sexting-cosa-si-intende

http://www.tuttotroppopresto.it/

http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2015/educazione-sessuale-nativi-digitali-50204096065.shtml?refresh_ce-cp

http://www.slideshare.net/doxa_italia/osservatorio-adolescenti

http://www.sostenitori.info/13enne-costretta-a-spogliarsi-selfiesex-e-allarme/

https://www.youtube.com/watch?v=dGOIZ9ci2b8
https://www.youtube.com/watch?v=iLtY9FDI7pE

Il sexting coinvolge anche gli adulti (ce ne sarebbe da dire):

http://www.style.it/sex/seduzione/2014/11/26/sexting-le-dritte-e-i-trucchi-per-usarlo-al-meglio.aspx

http://www.gqitalia.it/gadget/hi-tech/2014/02/17/sexting-app-migliori-per-iphone-android/

http://d.repubblica.it/amore-sesso/2013/04/05/news/sesso_psico_giochi-1593652/

 

 

 

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