Colloquio genitori a scuola: scontro o possibilità di dialogo?

 

 

Insegno in una classe prima della scuola primaria e durante i colloqui con i genitori trovo difficile parlare dei comportamenti aggressivi tenuti dai loro figli in classe e con i compagni. Spesso i genitori sembrano non credere alle nostre parole e fanno fatica ad ammettere l’esistenza di questi comportamenti.Quale potrebbe essere il modo migliore per comunicare questi eventi e poter affrontare insieme le situazioni di “difficile convivenza” senza creare un blocco nella comunicazione?

Grazie! Alessandra

risponde Maria Nives Delise, insegnante, counsellor professionista, formatrice Kaloi

Cara Alessandra,

apprezzo molto la sua domanda poiché dimostra di essere un’insegnante sensibile a un delicato argomento: la ricerca di un dialogo costruttivo tra genitori ed insegnanti.

Nella mia lunga esperienza di insegnante e formatrice  le difficoltà che lei mi riferisce sono spesso presenti nella relazione tra docenti e genitori, che spesso sembrano sottovalutare le difficoltà comportamentali dei propri figli, soprattutto se piccoli.

Solo se si comprendono le motivazioni di questi genitori è possibile instaurare un clima collaborativo che permetta di affrontare insieme la situazione.

La motivazione di tale atteggiamento ha origine dal desiderio che i propri figli non debbano mai  soffrire, che siano sempre felici e “perfetti”, perché figli di genitori “perfetti”. Razionalmente, si sa, la perfezione non esiste, ma questo non impedisce che si attivino le sopracitate fantasie.

Quando un bambino nasce è per i suoi genitori e parenti il centro dell’universo, come il compianto Pino Daniele cantava: “Ogni scarrafone è bello a mamma soja”; il bambino più bello del mondo, ricco di ogni buona qualità sia fisica che intellettiva, e che conferma le capacità dei genitori.

Questo “sano narcisismo” è un fattore positivo nei primi anni di vita del bambino, in quanto è alla base della costruzione dell’autostima. Con il passare del tempo, però, i genitori devono essere sempre meno disponibili a concedere tutto ai figli, porre dei limiti, delle regole,  in modo da aiutarli a superare le inevitabili frustrazioni che incontreranno sul loro percorso di vita, facilitando così, a partire dalla scuola,  il  primo ingresso nella società dei  piccoli cittadini.

Ma arriviamo alla sua domanda: come parlare dei comportamenti aggressivi dei bambini in modo efficace, senza creare un blocco nella comunicazione con i genitori?

E’ naturale che una comunicazione del genere sia vissuta con dispiacere dai genitori, che spesso e volentieri attribuiscono perciò la causa di questi comportamenti alla scuola, ai compagni di classe, all’incapacità dell’insegnante di gestire la disciplina. Accettare che il proprio bambino ha dei problemi equivale ad ammettere di non essere bravi genitori. E quindi come fare?

La parola chiave è  “alleanza”, e per poterla creare bisogna costruire un rapporto di reciproca fiducia. Come?

Nell’immediato,  incontrerei i genitori di questi bambini in un contesto tranquillo e chiederei loro di parlare del loro bambino, di quali sono secondo loro le qualità e i punti critici, di come si comporta a casa o in ambienti extra scolastici, in modo da comprendere se anche loro hanno difficoltà a gestire la vivacità del bambino. Questo per far capire che l’insegnante non è lì per accusare o giudicare, ma che ha un autentico desiderio di comprendere il bambino e collaborare con la famiglia per lo stesso obiettivo educativo. A questo punto sarà quindi possibile costruire insieme le strategie più adatte a gestire i comportamenti problematici dell’alunno, delle regole condivise, in modo che il bambino sappia che gli adulti, genitori ed insegnanti, sono uniti dagli stessi valori educativi.

A livello preventivo, le consiglierei di proporre ai genitori, durante la prima assemblea di classe del prossimo anno scolastico, un progetto educativo condiviso sul modo e il senso di lavorare sulle regole, tarato proprio sulle problematiche comportamentali degli alunni della classe: proporre alcune regole, quelle che genitori ed insegnanti ritengono debbano essere maggiormente osservate dai  bambini,  da rispettare a casa e a scuola e da sanzionare, se trasgredite, in modo educativo più che punitivo.

Si potrebbe anche lavorare a livello di scuola, e non solo di classe, con progetti ad hoc per il Collegio dei Docenti come “Scuola in Regola” (per approfondire l’argomento, le consiglio di leggere i libri del dott. Gilardi “Insegnanti in Regola” e “Genitori in Regola”, editi da La Meridiana, e di rivolgersi ad uno dei formatori Kaloi presenti nella sua zona)

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