Mio figlio è geloso

Mio figlio Matteo di 4 anni è diventato improvvisamente molto geloso della sorellina, adesso che ha 8 mesi ed ha cominciato a gattonare. I primi tempi non lo era, invece ora appena può la pizzica, la spinge e la fa cadere a terra, non tollera che lei tocchi i suoi giochi, dice a tutti che “Sara è brutta e cattiva e che lui la odia”! Se reagiamo con duri castighi, sembra quasi peggio, ma non possiamo non fare nulla. E se poi facesse davvero male alla piccola Sara? Così ultimamente non faccio altro che separarli, ma appena mi giro un secondo lui la tortura e lei urla! Siamo molto preoccupati della situazione. Cosa dobbiamo fare?

risponde Licia Coppo, pedagogista, formatrice Kaloi e counsellor

La fase che state vivendo è comune a molti genitori, soprattutto dopo che il primogenito vede arrivare un fratellino o una sorellina. Ci sono figli gelosi fin da subito, alcuni addirittura prima che nasca il secondo figlio.

Chi lo diventa, guarda caso, proprio verso l’età della vostra piccola, quando cioè il secondogenito inizia ad occupare maggiore presenza fisica e relazionale in famiglia.Immagino la piccola che gira per casa, tocca le sue cose, fa espressioni buffe a cui tutti sorridono divertiti. E il vostro Matteo che dentro di sé brucia come un cerino acceso!  La gelosia tra fratelli è fisiologica, non è una patologia. Quello che può diventare un problema è come viene gestita dai genitori: se sono troppo in ansia, prevengono e intervengono in ogni situazione per tutelare il  piccolo rimproverando duramente il fratello grande, questo certo non è funzionale!

Per due ragioni: la prima è che non si permette ai due fratelli di trovare la giusta misura della loro relazione, al piccolo di difendersi dagli attacchi del grande, al maggiore di imparare un modo corretto e adeguato di gestire il fratellino, provando a parlare ed a esprimere i bisogni anziché passare subito alle azioni e ‘alle mani’. Nel vostro caso, ricordate che Matteo non si comporta così con cattive intenzioni, per ‘vero odio’ verso la sorellina.

Semplicemente non sa verbalizzare la sua rabbia per i suoi giochi toccati, o la sua gelosia perché la sorellina è in braccio alla mamma. Per cui agisce, in modo istintivo e fisico. Pizzicandola, spingendola, facendole mille dispetti. Il vostro lavoro dovrebbe essere quello di un “traduttore emotivo”, che dà voce e spazio a quel sentimento senza reprimerlo, correggendo allo stesso tempo le azioni comportamentali inadeguate.

Vale la regola della doppia C.

Serve Comprensione per la fatica del figlio, ma Contenimento quando le sue azioni varcano il limite e pongono a serio rischio la sorellina.

E ora vediamo la seconda ragione per cui un’ansiosa tutela del secondogenito non è funzionale; perché si rischia di instaurare una spirale negativa: più il grande fa dispetti e tratta male la sorellina, più viene sgridato da voi perennemente arrabbiati con lui. L’equazione, nella mente di un bambino, è presto fatta: “io finisco sempre in castigo per colpa di mia sorella… starei molto meglio se non ci fosse!”. Ecco perché è bene evitare di incappare in dinamiche come questa. Separarli sempre non è utile. Invece aiutarli a giocare in modo positivo, per esempio valorizzando il grande nelle cose che fa e stando vicino alla piccola a cui dare dei compiti: lei può passare a lui dei pezzi da costruire, o la si può mandare gattonando a prendere un gioco da portare al fratello grande (così il toccare i suoi giochi è veicolato ad uno scopo positivo). Poi a volte, se portate via la piccola per dare un po’ di respiro a Matteo, dichiaratelo in modo scherzoso “Oggi mi porto dietro questa rompiscatole di Sara con me a fare la spesa, così tu giochi tranquillo con papà”. In modo che sia esplicitato un momento intenzionale di benefica separazione tra di loro, e non un gesto disperato di sopravvivenza!

Certamente dedicare un momento speciale ed esclusivo a Matteo può aiutarlo a sentire che, anche se c’è una sorellina, l’amore verso di lui non è cambiato. Se potete, in alcune occasioni, potreste sfruttare nonni o amici per andare al cinema soli con lui o a prendere un semplice gelato. Ma con moderazione e nella giusta misura. Va anche educato alla presenza della sorella. Nel mio lavoro incontro spesso genitori che, per praticità e poco tempo da dedicare alla costruzione del legame fraterno, li separano continuamente. Non insegnano ai figli a condividere gli oggetti e i giochi: a ognuno il proprio maxi-robot telecomandato, a ognuno il proprio tablet, a ognuno la propria stanza. E da grandi sembrano due estranei che vivono sotto lo stesso tetto!

Quindi vi consiglio di non separarli di continuo, ma di presidiare inizialmente i momenti di gioco tra di loro, e allontanatevi ogni tanto gradatamente, definendo prima un patto con Matteo “vado in cucina 10 minuti, voglio sentirvi giocare bene senza litigare”; quanto tornate e tutto è andato bene, date dei rinforzi positivi al grande. Se invece dopo 5 minuti già la piccola piange per l’ennesimo pizzico, non fatene un dramma! Correggete, ma senza interventi moraleggianti. Date di nuovo fiducia a Matteo e riprovate. A piccoli passi. E datevi tempo. Crescendo impareranno anche a giocare insieme, e vedrete che poco alla volta la gelosia lascerà spazio alla complicità positiva.

 

 

 

 

 

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